IL BURRO E LE SUE ORIGINI
Anche il burro, come il Parmigiano Reggiano, ha una storia
bellissima, iniziata almeno 2000 anni prima della nascita
di Cristo, anche se non si conosce una data di nascita ben
precisa. Sono infatti moltissime le leggende che attribuiscono
al prodotto origini differenti.
All’inizio l’utilizzo del burro non era strettamente legato
all’ambito alimentare ma era usato anche nella cosmetica e
nella medicina, come unguento curativo.
L’origine della parola “boutiron” viene attribuita agli
Sciiti, abitanti tra il VII e II secolo A.C. delle zone tra
il Danubio e il Don.
L’invenzione del burro viene comunque imputata ai popoli
abitanti le regioni settentrionali, questo perché per ottenere
la burrificazione è necessaria una temperatura di circa 15°C
che è facilmente raggiungibile in regioni meno calde.
Altre fonti attribuiscono agli antichi ebrei lo sviluppo
dell’arte della produzione del burro come alimento buono e
nutriente, tanto da essere citato nell’Antico Testamento.
Nel suo trattato naturalistico in forma enciclopedica, Plinio
il Vecchio, nel I secolo D.C., scrive che “… dal latte si
ricava il burro e che questo è l’alimento più raffinato, e
non soltanto un condimento, dei popoli barbari …”. Un prodotto
alimentare che distingue i ricchi dai poveri. Il burro,
condimento dei popoli settentrionali, i “barbari”, si contrappone
all’olio d’oliva utilizzato da Romani e Greci, popoli “civili”.
Contrapposizione che nell’antichità ha rappresentato il contrasto
tra civiltà e barbarie.
Nell’età moderna poi il burro assume un ruolo di élite. Già a
metà del secolo XVII Vincenzo Tanara in una sua opera riferisce
che presso gli antichi il burro era la separazione della nobiltà
dalla plebe, del ricco dal povero, perché il plebeo povero non
poteva usarlo per il suo prezzo elevato.